L'aliasing è un fenomeno che si verifica quando un segnale analogico viene convertito in forma digitale, ma la frequenza di campionamento utilizzata è insufficiente per rappresentare correttamente le componenti ad alta frequenza del segnale. Questo porta a un'errata rappresentazione del segnale digitale e può causare distorsioni indesiderate.
L'aliasing si manifesta come artefatti o componenti di
frequenza spurie nel segnale digitale che non erano presenti nel segnale
analogico originale. Questi artefatti possono essere udibili (nel caso
dell'audio) o visibili (nel caso dell'immagine) e possono compromettere la qualità
del segnale.
L'aliasing si verifica quando la frequenza di campionamento
è inferiore al doppio della frequenza massima presente nel segnale analogico
(frequenza di Nyquist). Secondo il teorema di campionamento di Nyquist-Shannon,
per evitare l'aliasing, la frequenza di campionamento deve essere almeno il
doppio della frequenza massima del segnale. Se ciò non avviene, le componenti
di frequenza superiori alla metà della frequenza di campionamento saranno
ripiegate all'indietro, creando le componenti spurie nel segnale digitale.
Per prevenire l'aliasing, è necessario applicare un filtro
anti-aliasing prima della conversione del segnale analogico in segnale
digitale. Questo filtro attenua le componenti ad alta frequenza nel segnale
analogico in modo che siano al di sotto della frequenza di Nyquist prima della
digitalizzazione. In questo modo, le componenti ad alta frequenza non
influenzeranno il segnale digitale finale.
L'aliasing è un concetto importante da considerare
nell'acquisizione e nell'elaborazione di segnali analogici, come nel caso
dell'audio, dell'immagine, del video e di altre applicazioni che coinvolgono la
conversione da segnali continui a segnali discreti.